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Blog :: Internet

 Trailer a pagamento: SIAE risponde sul suo sito


Autore : Sylfaen
Categoria : Internet
Venerdì, 28 Ottobre 2011 - 14:02

La pressione mediatica ha imposto a SIAE di emanare un comunicato per chiarire in maniera ufficiale la querelle dei trailer. Peccato che questo chiarimento non faccia che peggiorare le cose…

Non che nutrissimo chissà quali speranze dopo l’intervista rilasciata al quotidiano online Post dal responsabile dell’Ufficio stampa SIAE di cui vi abbiamo messo a conoscenza nel nostro articolo di un paio di giorni fa. Resta il fatto che almeno in SIAE si siano resi conto dell’enormità del loro gesto e si siano sentiti in obbligo di scrivere un bel comunicato stampa dove in pratica si cerca di far passare il concetto che sia tutto a posto, tutto normale…

Questo comunicato stampa introduce tuttavia alcuni aspetti importanti che non possiamo non sottilineare. I grassetti sono miei.

SIAE

La polemica oggi presente su newsletter e blog riguardo ai diritti sulla musica contenuta nei trailer, accende il faro su una regola da sempre contenuta nella legge italiana e nei trattati internazionali, per cui se una musica viene utilizzata l’autore di quella musica ha diritto ad un compenso. La SIAE è solo lo strumento attraverso il quale questa regola viene fatta rispettare.

Ricordiamo brevemente il contesto. In questi giorni la SIAE ha invitato numerosi siti di trailer a carattere commerciale a regolarizzare la propria posizione poiché diffondere al pubblico colonne sonore senza aver assolto i diritti rappresenta una violazione della legge. Nell’interesse di tutta la filiera cinematografica (incluse le riviste on line che si dedicano all’audiovisivo) è importante diffondere la cultura del rispetto dei diritti degli autori anche su Internet.

E’ vero, SIAE ha come compito quello di far pagare i diritti d’autore sulla musica che si diffonde con qualsiasi mezzo. Il fatto in sè è piuttosto opinabile, ma questo è un altro discorso. Il punto è che adesso si tenti di far coincidere il trailer con la sua colonna sonora! Lo so, sono questioni di lana caprina, ma quando guardate un trailer, lo fate per vedere le immagini del film che andrete a vedere al cinema oppure per ascoltare la colonna sonora? Ci sono immagini, parole, suoni, effetti speciali e musica. Non solo: il trailer è a tutti gli effetti uno spot pubblicitario che viene diffuso liberamente dai produttori stessi per far parlare del film prossimo al lancio. Volete dirmi che domani SIAE potrebbe obbligare al pagamento di altri balzelli chiunque inserisse spot pubblicitari sul proprio sito se questi spot fossero dotati di musiche di sottofondo? Sia nel caso del trailer che dello spot, sulle musiche di sottofondo, chi li ha realizzati ha già pagato i diritti a chi di dovere.

Perché dovremmo pagarli noi una seconda volta?

Si tenta di modificare la definizione di trailer, assimilandolo in tutto e per tutto a un brano musicale. Fino a prova contraria, tuttavia, non sono la stessa cosa!

Non è una “colonna sonora” diffusa a sbafo, come cerca di convincerci SIAE. Il trailer è un potente mezzo promozionale che produttori e distributori usano per convincere i siti che parlano di cinema (compresi blog e social network) a parlare del film stesso. E’ a volte anche l’unica risorsa di informazioni sul film stesso (pensiamo alle recenti campagne di marketing virale di JJ Abrams). Se è garantito il diritto di cronaca e critica, ci spiegate perché possa essere così pesantemente limitato con questa applicazione estensiva (e imprecisa) della definizione di “colonna sonora“?

Ma c’è un altra frase su cui vorrei che si focalizzasse la vostra attenzione:

SIAE

I magazine e i blog cinematografici on line e gli altri siti aumentano la loro attrattività verso gli utenti (e quindi verso gli inserzionisti pubblicitari) arricchendo con i trailer e con la musica in genere i loro contenuti. È una bella opportunità offerta dal digitale con costi che, grazie alle soluzioni tecnologiche disponibili, come embedding e deep link, sono ormai alla portata di moltissimi siti e blog. In questo modo la rete è un vivaio di iniziative e di idee ed è anche un motore di sviluppo economico. Chi riesce ad azzeccare l’idea commercialmente più valida e a veicolarla ad un pubblico sempre più vasto, ha la possibilità di beneficiare economicamente della sua attività e del suo spirito imprenditoriale.

Quindi la questione sono i ricavi dei siti che inseriscono i trailer? Ma stiamo parlando con SIAE o con l’AGENZIA DELLE ENTRATE? Loro dovrebbero difendere i diritti degli autori. Se ritengono di doverlo fare laddove ci sia lucro, mi sta bene, ma primo, va definito questo lucro. E una volta definito, allora, che sia detto chiaro e tondo che tutti gli altri sono liberi di pubblicare trailer. Tuttavia, questa dichiarazione contraddice quanto detto al Post due giorni fa. Copio e incollo per vostra comodità:

Il Post

La licenza per lo Streaming Service Provider che si chiede di sottoscrivere ai siti Internet che pubblicano contenuti gestiti dalla SIAE è quella per i video on demand, di cui riportiamo il regolamento (grassetti nostri). Il documento non fa mai riferimento a testate registrate, ma solo a generici “siti”, quindi si può presumere che non esista differenza, per la SIAE, tra una testata giornalistica, un sito personale che ricava profitti dalla pubblicità e un sito personale amatoriale. Lo conferma la stessa Ercolani, spiegando che per la SIAE non esiste differenza tra siti personali e commerciali, conta solo la tutela del diritto d’autore.

[...]

Per ora la SIAE non sta monitorando gli account personali dei social network, ma dice Ercolani che anche quelli, come qualsiasi altro sito, sono soggetti al pagamento dei diritti d’autore e prima o poi verranno regolarizzati. Molti account di personaggi pubblici e pagine aziendali avrebbero già sottoscritto la licenza SIAE.

Scusate, ma come stanno le cose? Sono un po’ confuso. Al Post è stato dichiarato che non fa alcuna differenza se il sito è commerciale o meno, e ci si è spinti addirittura a tirare in ballo i profili sui social network. Non mi pare ci sia stata alcuna smentita dell’articolo del Post (tra l’altro precisissimi e velocissimi nel correggere un dettaglio riguardante horror.it quando l’ho comunicato loro), quindi devo supporre che quanto scritto dal Post corrisponda al vero e non sia stato male interpretato. E se è vero quello, il comunicato stampa sul sito SIAE omette di dire delle cose. Oppure è impreciso.

Non è una questione da poco. Posto tutto quanto detto sopra, cioè che l’idea di far pagare per un trailer (assimilato a una colonna sonora) sia del tutto inconcepibile, la definizione dei soggetti che dovrebbero essere obbligati a tale pagamento dovrebbe essere chiara e non lasciata a interpretazioni di sorta. Il solo fatto di inserire dei banner di Google rende un sito o un blog, un possibile soggetto a cui chiedere il pagamento dei diritti sui trailer? E i banner di Amazon? Solo chi utilizza questi sistemi (come noi) sa quale ritorno irrisorio essi diano. Noi ci paghiamo il dominio. A stento. In un anno. Questa per la SIAE è la definizione di sito commerciale? Se non è così, da domani, si ricomincia a proporre trailer a raffica.

E guai a chiederci un solo euro.

Purtroppo, noi non ci fidiamo. Vogliamo chiarezza. Ma lasciate che SIAE concluda in bellezza:

SIAE

La musica è chiaramente tra le materie prime dei contenuti audiovisivi come i trailer. Dov’è la sorpresa se un’impresa deve pagare quando si procura le materie prime per fare business? Grazie ai produttori e ai distributori cinematografici i trailer arrivano pronti all’uso ai siti e alle riviste on line che trattano dell’argomento. L’unico diritto da pagare è quello per le colonne sonore. Chi le utilizza dovrebbe trovare tutti i titolari delle varie musiche, ma con la licenza della SIAE gli utenti risolvono il problema con un unico pagamento.

Questo paragrafo è sintomatico della totale incapacità di comprendere quello che sta accadendo nella rete italiana. IMPRESE e BUSINESS… Qui non si fa business, signori. Almeno non su Horror.it e sulle centinaia di siti come il nostro. Qui si parla di cinema, di libri, di cultura, non di ferri da stiro, cellulari o villaggi vacanze. Noi parliamo di film, parliamo di libri. Lo facciamo gratis, mettendoci i nostri soldi e il nostro tempo. I lettori vengono su siti come il nostro per leggere i nostri articoli. Redatti con amore e professionalità. Ma per SIAE, noi dovremmo ringraziare produttori e distributori perché ci confezionano trailer che arrivano pronti all’uso!

Ribaltamento totale del paradigma!

Non sono distributori e produttori che ci chiedono di parlare dei loro film, no. Non sono loro che da decenni realizzano trailer cinematografici per invogliare la gente ad andare a vedere questi benedetti film. Nossignore. Siamo noi a supplicarli di realizzarci dei trailer per poterli metterli online e poter avere più introiti dalla pubblicità!

Ma dove abbiamo vissuto noialtri, fino ad oggi, sulla Luna?

Fonte: http://www.horror.it/a/2011/10/trailer-a-pag amento-siae-risponde-sul-suo-sito/


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